Matteo Gentili

(1517-1602)

Matteo Gentili nacque nel 1517 da Lucentino (o Gregorio, secondo la matricola dell’Università di Pisa). Introdotto nel campo della medicina come il nonno paterno, frequentò l’Università di Perugia e quella di Pisa, conseguendo il titolo dottorale il 13 maggio 1549, in medicina e filosofia, alla presenza di numerose figure di rilievo dell’epoca, come Simone Porzio. Ritornato a San Ginesio, l’anno seguente sposò Lucrezia Petrelli, figlia del capitano Diodoro Petrelli e sorella di Niccolò Petrelli, castellano di Trieste al servizio dell’arciduca Ferdinando II, da cui ebbe sette figli. I più famosi sono Alberico, il primogenito, e Scipione, il penultimo. Assunto come medico cittadino nel 1552, nel 1558 si recò in missione a Tolentino su ordine del governo cittadino, per poi intraprendere la professione di medico nella cittadina fino al 1562. Durante le discordie civili che si produssero a San Ginesio, Matteo cercò di intervenire per tentare di superare i contrasti locali, ma il fallimento ottenuto gli causò un giudizio negativo da parte della popolazione sanginesina. Nel 1566 si trova a Borgo San Sepolcro, dove esercita la professione sino ad ottobre 1571, quando il Consiglio cittadino di Ascoli Piceno lo nominò medico al posto del fratello Pancrazio, deceduto pochi mesi prima. Ritornato a San Ginesio nel 1573, si occupò della politica cittadina e divenne priore della Confraternita dei Santissimi Tommaso e Barnaba.

Dopo che emersero le prime opinioni negative riguardo i membri della confraternita, nel 1579 le denunce al tribunale inquisitoriale e alcuni arresti lo spinsero ad allontanarsi da San Ginesio, in compagnia di Alberico, per evitare il processo e il carcere. L’itinerario della fuga si orientò in direzione di Lubiana, con un transito per Trieste, dove i fuggiaschi potevano contare sulla protezione di Niccolò Petrelli, che li raccomandò al barone Khisl von Kaltenbrunn. Il 27 agosto 1579, Matteo ottenne la nomina a protomedico del ducato di Carniola, ruolo che ricoprì solo per qualche mese, a causa della proclamazione dell’editto di Rodolfo d’Asburgo, che prevedeva la pratica della sola confessione cattolica e l’espulsione di quanti fossero sospetti di convinzioni protestanti. Nel 1580 fu costretto a rifugiarsi in Inghilterra, precisamente a Londra, dove acquistò un certo ruolo nella Chiesa italiana di Londra, per poi raggiungere il figlio Alberico ad Oxford. Matteo morì nel 1602, dopo essersi ammalato gravemente nel 1581. Venne sepolto il 26 febbraio nella Chiesa di sant’Elena a Bishopsgate.

Pancrazio Gentili

(prima metà del XVI secolo-1571)

Nato intorno al secondo decennio del XVI secolo, come il fratello Matteo intraprese gli studi di medicina e svolse le mansioni di medico fisico in diversi luoghi dell’Italia centrale, come Penna San Giacomo e Borgo San Sepolcro. Iscritto all’Università di Perugia fra il 1536 e il 1541, frequentò saltuariamente le lezioni, presumibilmente a causa del lavoro. Nel 1545 fu chiamato a San Ginesio come medico, continuando contemporaneamente la partecipazione nella vita politica locale, entrando nello stesso periodo a far parte (1554) del Consiglio di credenza, organo fondamentale del governo cittadino che si occupava di risolvere le questioni più gravi del paese. Ottenendo vari successi, il malocchio della comunità cadde su di lui fino a quando, nel 1557, si trasferì ad Ascoli Piceno per lavoro, sostituendo temporaneamente il medico in carica, Antonio Marino Ronconi. L’anno dopo il Consiglio cittadino di Ascoli Piceno accolse unanime la proposta di un predicatore del ciclo quaresimale, costringendo quindi l’interruzione dei servizi medici per chi non si fosse avvicinato ai sacramenti: questo portò al suo arresto, ordinato dal Sant’Uffizio il 27 novembre 1567. Grazie alla posizione di cui godeva con il governo e la popolazione, il Consiglio cittadino gli diede la possibilità di scrivere ai cardinali Scipione Rebiba e Michele Bonelli, proponendo che la sua causa fosse delegata alle competenze del governatore di Ascoli e non a quelle del tribunale ecclesiastico. Nel gennaio 1568, in seguito a una decisione del Consiglio, sollecitato anche dalla comunità di San Ginesio, che godeva di buoni rapporti con la cittadina ascolana, il suo caso venne affidato a una delegazione di oratori che si recarono a Roma con l’incarico di perorare la difesa del medico cittadino. La fine della causa arrivò il 9 maggio 1568, dopo essere stata svolta nella chiesa della Minerva in Roma: il 16 maggio fu autorizzata la sua sostituzione con Giovanni Girolamo Ancellotti, ma nonostante fosse stato condannato per eresia, la sua pena dovette essere di lieve entità, dal momento che il 6 luglio 1570, gli ascolani provvedevano a reintegrarlo nei suoi compiti sanitari. Il 20 maggio 1571, durante il servizio, venne colpito dalla morte e fu sepolto ad Ascoli Piceno nella chiesa di San Francesco. Nelle funzioni di medico subentrò il fratello Matteo.

Scipione Gentili

(1563-1616)

Penultimo dei sette figli di Matteo e Lucrezia, a 16 anni raggiunse Lubiana, dove il padre e il fratello Alberico, in esilio per cause di religione, stanziavano temporaneamente. Dopo essersi recato a Tubinga insieme al fratello, affrontò gli studi filosofici e poetici, per poi passare all’Università di Wittemberg, iniziando così lo studio del diritto. Nel 1582 si trasferì presso l’Università di Leida dove continuò i suoi studi filologici sotto Giusto Lipsio e quelli giuridici sotto Hugo Donellus. Nel 1584 pubblicò a Londra le In XXV Davidis psalmos epicae paraphrases, traduzione dei Salmi in versi latini, attività che condusse periodicamente per tutta la vita. Nello stesso anno pubblicò i Solymeidos libri duo priores de Torquati Tassi Italicis expressis, traduzione in esametri latini dei due primi libri della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. Nel 1587, dopo che Donellus perse la cattedra a Leida per motivi religiosi, si trasferì ad Heidelberg dove cercò di ottenere la cattedra di Istituzioni del diritto, ma non riuscendoci, diede la colpa a Giulio Pace, professore di diritto ad Heidelberg, scrivendo una composizione poetica. Pace, offeso dall’opera, lo denunciò al senato accademico. Lasciata Heidelberg per Basilea, dove il 16 aprile 1589 ottenne il dottorato, nella primavera del 1590 giunse ad Altdorf dove ritrovò il suo maestro, Donellus, nel ruolo di insegnante dell’Accademia locale (Hochschulen) e, grazie a lui, il 10 settembre ottenne la cattedra di Istituzioni, succedendo a Hubert van Giffen.

Le sue lezioni ebbero grande successo, tanto che, alla morte di Donellus, avvenuta nel 1591, fu chiamato a tenere la pubblica orazione funebre e venne incaricato di eseguire lezioni di esegesi sul Codex e poi di lezioni sulle Pandette. Scipione, fu sia autore altamente stimato per le numerose opere giuridiche e letterarie, sia uomo altamente apprezzato per le innumerevoli relazioni con personaggi di spicco dell’epoca. Nel 1612 sposò Maddalena Calandrini, figlia del lucchese Cesare, attivo membro del calvinismo internazionale, esule a Norimberga dove esercitava attività mercantili e bancarie. Nonostante le numerose chiamate delle Università di Bourges, Orléans e Leida, rimase sempre ad Altdorf, rifiutando anche l’invito di Papa Clemente VIII per una cattedra a Bologna o alla Sapienza di Roma. Morì il 7 agosto 1616 e fu sepolto nella chiesa parrocchiale accanto al suo maestro Hugo Donellus. Il francese Michel Piccart, professore di logica e metafisica, tenne la pubblica orazione funebre (Laudatio funebris Scipionis Gentilis scripta et dicta a Michaele Piccart, Norimberga 1617).

Roberto Gentili

(1590-seconda metà del XVII secolo)

Roberto Gentili nacque a Londra l’11 settembre 1590. Figlio di Alberico e dell’ugonotta Hester de Peignevenne chiamato Roberto in onore del suo padrino, Robert Devereux conte di Essex. Persona di grande apprendimento, imparò fin da piccolo le numerose lingue insegnate dal padre: il volgare, l’inglese, il latino e il greco, utilizzando il suo bilinguismo per tradurre l’Ad demonicum di Isocrate. Membro della Christ Church di Oxford, nel 1598, all’età di otto anni, ottenne la prima laurea, mentre all’età di dodici, si laureò nuovamente, con un Bachelor of Arts presso il Jesus College. Per le sue capacità ge razie alla vicinanza del padre, William Laud lo nominò Collector dell’Università di Oxford. Nel 1607, a diciassette anni, fu nominato prematuramente Fellow dell’All Souls College di Oxford, quando l’età minima richiesta era di diciotto: l’intervento di Alberico fu fondamentale, poiché si batté per sostenere la sua nomina.

Nonostante nel 1612 ottenne la Bachelor of Civil Law, il suo comportamento cambiò prima della morte di suo padre, infatti peggiorò nei suoi modi, definiti quasi vicini alla malvagità. Roberto si trasferì all’estero per venticinque anni, abbandonando la moglie Alice, morta poi nel 1619 a Londra. Ritornato nella città di nascita, si risposò il 4 gennaio 1638 con Mary, vedova di Richard Simpson, e ottenne lavoro come traduttore professionista ricevendo una pensione reale. Non si sa nulla di lui dopo il 1655, a causa delle sue cattive condizioni di salute descritte nella sua traduzione Coralbo.

Altri componenti della famiglia

  • Manilio, Antonio, Nevida, Vincenzo e Quinto, fratelli di Alberico e Scipione;
  • Sveva e Gregorio, figli di Pancrazio.